Ricostruendo il percorso iniziato in questa mini-rubrica: dal generalissimo “comunicazione” del mio esordio nel post precedente abbiamo spostato l’attenzione sull’università ora ci lanciamo nell’analisi di un singolo medium: il videogame.
I videogame sono una mia grande passione, da un po’ di tempo a questa parte me ne sto occupando studiandolo come nuovo medium di straordinario rilievo della società contemporanea.
Come si concretizzano stavolta le “scellerate velleità classificatorie”?
Ci arriviamo subito previa presentazione del background in cui ci muoviamo parlando di questo argomento.
La critica videoludica (come forse la critica ad altre forme di espressione) non è certo universalmente riconosciuta per autorevolezza e qualità anche alla luce di alcune vicende che di recente hanno sollevato un discreto seguito di polemiche a livello internazionale. Uno degli aspetti che viene maggiormente contestato alla critica videoludica classica è il ridurre l’analisi dei videogame a poche psuedo-variabili (grafica/giocabilità/longevità ecc…) e proporre recensioni/farsa culminanti in un sintetico voto numerico; una sorta di pessima guida per gli acquisti avente forse un certo appeal nel pubblico meno esperto ma decisamente riprovevole per un pubblico più attento al medium in questione.
Portali come Ars Ludica, The First Place, Videoludica, Retrogamer, propongono una visione diversa della critica videoludica e osteggiano fortemente il vecchio modo di parlare di videogame, proponendo sostanzialmente un modo diverso di parlarne che si scosta nettamente dalla povertà di argomentazioni delle riviste specializzate (online e non) fossilizzate su logiche inadeguate a comprenderne le peculiarità di artefatto culturale significativo della nostra società.
Ars ludica in particolare si pone in modo molto critico in relazione all’utilizzo di valutazioni numeriche per etichettare i videogame, sviluppando diversi dibattiti in merito sul proprio forum ma anche attraverso i post del blog.
In questo caso la riduzione della complessità operata tramite l’assegnazione di un voto numerico al titolo è decisamente una pessima pratica per quanto riguarda l’analisi critica dello stesso. Pensare di eliminarla da tutte le pubblicazioni a tema ludico è però decisamente utopistico e discutibile anche alla luce del fatto che non tutti i prodotti editoriali debbano avere gli stessi fini. Il vero problema è che la stragrande maggioranza dei discorsi sui videogame vertono su logiche terribilmente riduttive (di cui il voto è solo uno degli aspetti come già accennato) in larga misura determinate da una visione consumistica del medium che impedisce una presa di coscienza delle peculiarità che lo rendono forma espressiva a tutti gli effetti. L’osteggiare l’assegnazione di valutazioni numeriche in questo scenario può essere considerata dunque pratica abbastanza comprensibile nonchè potenzialmente utile a far maturare un discorso serio e consapevole sui videogame. La mia personalissima opinione è che grandi responsabilità in merito alla riprovevole pratica di considerare il mezzo come mero strumento di “amusement” privo di valenza narrativa, estetica e culturale sia da imputare in buona misura ai videogiocatori stessi. Daltronde finchè Bruno Vespa si scaglia contro blog, videogame o qualsiasi altra cosa che tra l’altro candidamente afferma di non conoscere che problema c’è? Influenza l’opinione pubblica forse ma in definitiva è un semplice ignorante che non sa di quello che parla e soprattutto non fa parte della community che conosce i media di cui parla e tantomeno contribuisce al dibattito con gli stessi. I videogiocatori invece si, e non si fanno problemi a sostenere con forza quanto i videogames non siano niente più che un passatempo divertente.
Ovviamente questa è una tendenza che interessa una parte significativa dei videogamer ma non è generalizzabile a tutti… fortunatamente oserei aggiungere.
Vi lascio con l’invito a visitare le risorse online sopra citate per approfondire le tematiche che ho affrontato.
Alla prossima… parliamo di blogosfera come promesso : )
Buon post, offre molti spunti anche se forse fa un po’ fatica in conclusione a tirare le fila del discorso. In effetti la cosiddetta “nuova critica videoludica” deve ancora auto-identificarsi, e inoltre internet, se da una parte offre una pluralità d’intenti dall’altra sta alle persone riuscire a raggrupparli verso un’unica direzione. Quale? Gli argomenti sono moltissimi, forse troppi.
Spero di riuscire ad affrontare la questione direttamente sul blog di Ars Ludica.
Grazie del contributo AIO, come vi avevo anticipato nei commenti di Ars Ludica ho trattato la tematica un po’ “di striscio” e trarne conclusioni è quantomai problematico anche alla luce dei diversi “orientamenti” di cui abbiamo parlato. Per quanto riguarda gli argomenti che si dovrebbero raggruppare per definire la direzione del discorso critico bisognerebbe sintetizzarli (in chiave euristica…alla luce del fatto che sarebbero decisamente troppi) in modo efficace.
A che punto siamo secondo te in questo percorso?
Mancano degli intenti comuni.
Prima di tutto bisognerebbe definire degli obiettivi per chiunque voglia tentare di dare il proprio contributo alla critica videoludica; sono cose che riescono meglio dal vivo a dire il vero. Internet è uno strumento insostituibile ma spesso si corre il rischio di non sfruttarlo nel modo giusto; il testo arriva fino a un certo punto, l’ideale sarebbe poter organizzare delle tavole rotonde online (su msn o skype) a tema per poter proseguire in una direzione precisa.
Avevo ventilato da tempo l’idea su Ars e attraverso il blog di Radiogame, se riesco a concretizzare ti segno nella lista. 😉
Gran bel pezzo che ovviamente condivido. 😀
aaah gli amici di Ars Ludica!
mi sento a casa : )
grazie per l’apprezzamento ABS
@AIO
bene, ottima idea.
Iniziative del genere sarebbero preziose, la comunicazione mediata dal computer può essere terribilmente dispersiva come possiamo notare facilmente in molte “conversazioni” online… magari skype o sistemi di videoconferenza (per non essere limitati negli utenti) ci possono dare una mano. Resto cmq disponibilissimo anche per incontri “in real” (LOL ma da quanto è che nn si usa questa espressione?? si vede che non sto a digiuno di mmorpg eh? :P) io sto a Roma.
E io sto a Verona.
Evviva la rete insomma. ^__^
eheh quando vuoi cmq ci si incontra in un modo o nell’altro ; P
Davvero molto interessante…. e da blogger e da videogamer mi sento particolarmente counvolto nell’argomento!
Aspetto news!
Ciao Marco,
grazie per il complimento, mi daresti un link al tuo blog?
Ti terremo ovviamente aggiornato se ti interessi di videogames culture : )
mi pare di aver capito che se l’autore di kaizen, mi sbaglio?